In materia di responsabilità medica, se l'intervento è routinario, è il medico a dover provare l'assenza di colpa. Si tratta di un principio consolidato in Cassazione e recentemente ribadito con la sentenza N. 885 del 2016 nell’ambito della quale la Suprema Corte ha ritenuto che, in caso di richiesta risarcitoria per responsabilità medica, sia il sanitario a dover dimostrare di aver osservato la diligenza normalmente richiesta ad uno specialista ed esigibile in capo ad un medico con la medesima specializzazione. Nel caso di specie, il paziente si era visto respingere in appello la richiesta di risarcimento proposta a seguito di un’errata diagnosi dermatologica ma in Cassazione la Corte ha invece dato ragione al paziente evidenziando che il medico specialista non aveva dimostrato l’adeguatezza del proprio operato e, nonostante il paziente gli avesse espressamente rappresentato l’esistenza di altra, corretta diagnosi, aveva insistito nel suo errato convincimento circa la patologia del paziente.